A Moussa Balde che guarda lontano

A Moussa Balde che guarda lontano

Stamattina a Radio 3 “Tutta la città ne parla” ha dedicato la puntata a Moussa Balde. Il ragazzo della Guinea, 23 anni, aggredito brutalmente da tre sgherri armati di bastone, portato con gravi lesioni al pronto soccorso, parcheggiato poi in cella di sicurezza al Centro di permanenza per i rimpatri di Torino, dove si è tolto la vita. Alcuni ascoltatori sono intervenuti dicendo che molti cittadini italiani appoggiano anche con il voto l’operato e il pensiero degli aggressori e che parlarne, così come si fa a Radio 3, non serve a niente. Credo invece che si debba parlarne sempre di più, voglio ascoltare chi lavora in questo campo per capire cosa si sarebbe potuto fare, cosa non si è fatto, cosa si farà, chi sono esattamente gli aggressori/assassini in libertà. Ma soprattutto credo sia davvero ora di impegnare seriamente teste pensanti e risorse economiche per una campagna da avviare nelle scuole, nei teatri, in TV, sul web, ovunque, nella quale, insieme agli stessi protagonisti, con specialisti, antropologi, psicologi e sociologi, si racconti adeguatamente la storia di questi migranti. Andando oltre alla Storia dell’Africa, oltre le miniere di cotlan per i nostri cellulari, bambini soldato, oro, diamanti, petrolio, piaghe del colonialismo: piuttosto uno spazio di qualità per dare il giusto valore al patrimonio immenso che l’Africa ha dato al mondo. Certo, materie prime (rapinate), ma sopra ogni cosa risorse umane e patrimoni culturali. Popoli provenienti dall’Africa hanno costruito interi continenti. Non solo braccia per il lavoro, artigiani, studiosi, fabbri, sacerdotesse, ideatori di nuovi mondi hanno forgiato identità, esportato cosmogonie, visioni del sacro, riempito il mondo di suoni, piantato semi germogliati in continenti diversi, ognuno col suo ritmo, fino e oltre “A Love Supreme”. E cosa hanno da insegnarci? Coraggio, determinazione, voglia di vivere, o voglia di morire, come quella di Moussa, voglia di iniziare una vita lontano dalla sofferenza e dai pericoli, con una forza sovraumana. Un programma costante e a lungo termine da mettere in cantiere, seminari, convegni, festival, programmi, che proceda parallelo alle strategie per la risoluzione dell’emergenza, che guardi lontano, ben oltre la cronaca dell’efferato delitto quotidiano e che sia anche in grado di intercettare il rozzo pensiero di chi non conosce. Guardare lontano: è il momento di destinare a questo intento una parte delle ingenti somme dedicate alla agognata “ripartenza” in modo che si sappia anche per dove ripartire.

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