Avevo grandi progetti. Il Magna Grecia Film Festival mi chiedeva di passare un paio di pomeriggi con il premio Oscar Susan Sarandon, selezionando per lei bellezze di Calabria. Da antropologa avrei potuto aggiungere qualcosa al racconto di queste lande: Capo Colonna con quel che resta del mitico tempio di Hera Lacinia (magari con canti sotto la colonna ad opera di sorelle), il bosco sacro, il castello che fu set di Brancaleone alle Crociate, le Sirene del Museo archeologico di Crotone, il diadema in foglie d’oro zecchino, senza dimenticare il “non finito calabrese” e altre magnifiche contraddizioni, e poi a Squillace la chiesetta con il quadro della Madonna che irrora i dannati con il fiotto del suo latte, le botteghe della ceramica, il castello al tramonto. Le cose sono andate diversamente, ma, insieme alla proloco e alla consigliera del Comune di Squillace Anna Maria Mungo, siamo riuscite lo stesso a distillare per lei bellezza, gusto e poesia.

La donna geniale che, da quando spinse il piede sull’acceleratore nella scena finale di Thelma e Louise, ci ha fatto per sempre volare con lei, era allegramente con noi. Nelle botteghe d’arte di Squillace, “Ma lei, signora Beatrice, quanti piatti fa al giorno? E poi la notte cosa sogna?”, “Che magnifico patio pieno di ortensie e che splendidi questi orecchini rossi”, sbalordita da colori e sapori pescati da un tagliere monumentale degustato al Convivium e poi calamitata dalla luce del tramonto incorniciata dallo scenario del Castello.

Mi piace Susan Sarandon, la sua origine italiana grida vendetta, chiede passaporto e io glielo darei subito, ma per il momento le ho fatto tre regali. 1° Un mazzo di origano appena raccolto per Louise: il profumo della libertà. 2° Una collana di peperoncini degna di Frida Kahlo per Janet Weiss di Rocky Horror Picture Show: sesso, pimento e rock and roll. 3° Il mio libro Filoxenia per Susan: l’amore per chi viene da fuori (il contrario di xenofobia), perché, pensavano ai tempi di Omero, lo straniero potrebbe essere chiunque, anche un dio, o, come in questo caso, una dea.
