In morte di Pelé – Salve o Rei!

In morte di Pelé – Salve o Rei!

Fino alla fine degli anni novanta baretti come questo seguivano le feste di piazza a Salvador da Bahia. Se avessimo guardato dall’alto avremmo visto un evidenziatore multicolore a segnalare la strada del festeggiamento del Bonfim, lavagem de Itapoa, o le celebrazioni per Yemanjà, spirito del mare, fino all’esplosione del carnevale. Purtroppo non ricordo il nome dello scriteriato politico che diede un colpo di spugna a questa fantastica manifestazione di arte popolare, ai colori della festa, a questi arredi urbani frutto della creatività popolare, ridipinti con amore ogni anno dai piccoli esercenti che vendevano birra, caipirinha e qualche leccornia, moqueca de camarao, acarajé, caldo de feijao no copo, cucinata là per là. Quando erano chiusi, gli sgabelli in tinta venivano a chiudere il proscenio, perché di teatrini di tratta, poi smontati viaggiavano su camion per la città, per essere rimontati in un’altra strada bordo festa. Al posto di questa meraviglia si preferì un omologato gazebo di plastica con il nome dello sponsor. Erano meravigliosi e così poetici che ci feci una mostra con le mie fotografie e con le opere del magnifico scultore di Bahia Vivaldo Costa Lima, fu la mia prima mostra, si chiamava BAR-ART, l’accolse il Festival della Fotografia di Torino con un intero padiglione. In questi teatrini della festa ogni artista-barista sceglieva il suo colore, il suo spirito guida, santo protettore, orixas, decideva di celebrare la vita con una frase o glorificando il 1° miracolo del dio del gioco, Pelé.

Salve o Rei!

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