Pierre Verger

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Scrieva : “Bahia è un posto dove chiamare qualcuno “negro” è sintono di affetto e anche di stima.” La sua storia su Wikiradio, con Jorge Amado, Gilberto

Gil e gli spiriti africani, che da antenati divinizzati diventano una manifestazione della vera natura umana, archetipi di comportamento. L’undici febbraio del 1996 moriva questo aristocratico parigino che volle farsi africano col nome di Fatumbi, il rinato, il fotografo-etnografo che si fece ponte tra Africa e Brasile, tra Benin e Bahia, e scelse Salvador come dimora: “Qui un appellativo che negli Stati Uniti suonava come una ingiuria, per simpatia e spirito d’inclusione, si estendeva anche a chi “negro” non era”. Verger che afferma di trovarsi “negrificato” senza essersene accorto.

La celebre fotografia di Pierre Verge alla sacerdotessa Mãe Senhora, tra le protagoniste del programma radiofonico Le Signore di Bahia https://www.raiplaysound.it/playlist/lesignoredibahia

Io, antropologa che svolgeva la sua prima ricerca sul campo sulle sacerdotesse di Bahia, avrei voluto lasciare al caso l’incontro con lui che sognavo da anni, ma lo scrittore Jorge Amado lo chiamò a casa di fronte a me per fissare un appuntamento. Notoriamente misogino, ironico e pungente mi aspettava nella sua casa studio

<<A Bahia chiamare qualcuno “negro”, soprattutto se non lo è, significa usare un’espressione gentile; ciò che negli Stati Unite suonerebbe come un’ingiuria qui è prova di stima e anche di affetto.>>

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