A Gioia Tauro con Mimmo Lucano

A Gioia Tauro con Mimmo Lucano

Che serata! A Gioia Tauro, sulla terrazza di Palazzo Baldari un centinaio di persone arrivano come calamitate dal sole che va giù, nel mare, la Sicilia è lì, arancione e viola. Le attira invece la voglia di ascoltare, di incontrare e conoscere da vicino Mimmo Lucano (e me). Il suo essere diretto, gentile, vero, la sua assenza di giudizio, la sua predisposizione all’utopia, alla lotta per il cambiamento, all’accoglienza, la sua umanità disarmante, si scontra con le due parole più pronunciate in questi nostri paesi dell’entroterra calabrese, abbandonati, barattati con quelli di costa, cementificati e senz’anima: “ormai” e “purtroppo”. Il racconto commosso del primo sbarco, gli incontri con quell’umanità sofferente, in fuga, disperata, con quella donna che partorisce appena arrivata, con il bambino malato, con quello salvato che si ricongiunge alla famiglia che credeva perduta, rimandano a qualcosa di metafisico, che trascende la realtà contingente e porta dove iniziano “le visioni” di un altro mondo possibile. Da impastare con le nostre mani. Chi fa di ” ormai” e “purtroppo”, il proprio vademecum, cerca ovunque esempi che suffraghino la propria rinuncia al cambiamento, lasciando i comandi sempre nelle stesse sporche mani. Ciò che ha fatto Mimmo Lucano spaventa perché si può fare. Perché dà voce a chi non si vuole che l’abbia. La sua vicenda mi ricorda il rogo dei romanzi di Jorge Amado in piazza pubblica da parte della dittatura militare: cosa c’era tra quelle pagine che spaventava così tanto i meschini omaccioni in divisa? La storia dei poveri, dei favelados, dei bambini di strada, una storia gloriosa, anche, nella quale diventavano eroi, con diritto alla felicità, e un mondo popolato di miti portati dall’Africa da donne e uomini che dovevano invece restare schiavi senza qualità. Si può fare, quello che ha fatto Lucano, si può fare qui in Calabria, dove far coincidere le necessità dell’oggi con l’antico sentimento magno-greco della filoxenia, l’amore per chi non si conosce, per chi viene da fuori, accolto, rispettato e accudito proprio in quanto straniero. Come stranieri siamo stati tutti. Dice Ulisse: “Povero me! Nel paese di quali genti sono capitato? Saranno forse feroci selvaggi, nemici del giusto, oppure ospitali, con l’ossequio dei Numi nel cuore?”. Ieri sera A Gioia Tauro c’era una folla ospitale, con gli occhi pieni di luce, quella d’oro che riverberava sul mare e quella interiore che ci fa umani.

Grazie a Emanuela Bagalà per aver immaginato questo magnifico incontro e per averlo reso possibile!

Con il titolo Festival d’Estate- Gli appuntamenti del martedì, l’Associazione Culturale Gioia 3.0 ha organizzato una serie di incontri finalizzati a valorizzare le particolarità del nostro territorio, in un’ottica ampia e diversificata che abbraccia arti figurative, musica, prodotti del territorio, cultura e società. Un programma pieno di suggestioni che, il 20 luglio, si arricchito della presenza di due ospiti d’eccezione. Con il contributo di Mimmo Lucano, simbolo di una nuova cultura delle migrazioni e di Patrizia Giancotti, antropologa, sulla terrazza gremita, si è parlato di accoglienza, tra archetipi magno-greci e miti contemporanei. Un excursus avvincente sul filo delle potenti immagini fotografiche della Giancotti, che porta dalla “Filoxenìa”, l’amore per chi viene da fuori (titolo del suo libro fotografico sull’area grecanica), alla odierna Calabria dei migranti, così come viene raccontata nel libro “Fuorilegge”, dallo stesso Mimmo Lucano, protagonista dell’esperienza di Riace. Un incontro per immaginare un futuro di convivenza tra i popoli, nel quale il valore antico dell’accoglienza possa aiutarci a superare le difficoltà, indicando la rotta. Mimmo Lucano, politico, attivista, tre volte sindaco di Riace, divenuto celebre per il suo approccio inclusivo nella gestione dell’accoglienza ai migranti e per le controverse accuse che lo vedono al centro di un complesso caso giudiziario ancora in atto. Destinatario di numerosi premi internazionali, terzo tra i migliori sindaci del mondo nella World Mayor, 40º tra i leader più influenti del mondo secondo la rivista americana Fortune, Premio per la Pace a Dresda, per i Diritti Umani a Berna, Cittadino Onorario del Comune di Milano, Lucano è ancora accusato di irregolarità. Dopo il 2 ottobre 2018, quando è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e condannato agli arresti domiciliari, la sua vicenda ha acceso grandi movimenti di solidarietà che hanno portato a Riace e nelle piazze di Roma e Milano migliaia di persone. Sull’esperienza di Riace sono stati girati film e documentari, tra i quali “Il volo” di Wim Wenders e “Tutto il mondo è paese” con Beppe Fiorello. Lucano ha recentemente pubblicato il libro “Il fuorilegge – La lunga battaglia di un uomo solo”. Patrizia Giancotti, antropologa, fotografa, scrittrice, autrice e voce narrante per Rai Radio3, con centinaia di reportage pubblicati e una cinquantina di mostre fotografiche all’attivo, inizia in Calabria, sua terra d’origine, le prime ricerche di antropologia visiva. Viaggiando come fotoreporter in tutto il mondo, risiede dieci anni in Brasile per effettuare riprese fotografiche e studi sfociati in pubblicazioni scientifiche e mostre che le valgono l’alta onorificenza del Cruzeiro do Sul per meriti culturali. Ha ideato e diretto il cortometraggio Rinascimento d’Aspromonte, ha realizzato numerose pubblicazioni, tra le quali il volume Bahia con testi di Jorge Amado e Caetano Veloso. Il suo ultimo libro fotografico Filoxenìa – L’accoglienza tra i Greci di Calabria (Rubbettino), diventato un programma a puntate per Radio 3, ha vinto il premio Ali sul Mediterraneo. Attualmente insegna antropologia all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, scrive per varie testate, realizza programmi radio, conferenze-spettacolo e promuove eventi culturali.

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