Tito Squillaci dal libro Filoxenìa

“La tradizione non arriva per inerzia dal passato, è un’invenzione del presente. Noi ce la siamo ripresa. Ma attenzione, il passato può essere anche una trappola, una palude, un banale “come eravamo belli”. Siamo noi a scegliere quali elementi hanno valore e possono aiutarci a risolvere i problemi di oggi. L’ospitalità appunto, la filoxenìa, l’amicizia per chi viene da fuori, il rispetto, l’amore per il creato in tutte le sue forme. Il nostro passato porta una tradizione di universalità e di amore per tutte le creature, come insegnano i santi italo greci e anche i nostri pastori che innestano le piante selvatiche, perché ogni viandante sconosciuto possa coglierne il frutto, e gli abitanti dei nostri paesi che aprono la porta di casa e invitano a sacralizzare con il cibo l’incontro appena avvenuto con il forestiero. Questa è la nostra tradizione autoctona, questo è il pozzo a cui dobbiamo attingere. In questo contesto è l’uomo violento ad essere fuori norma. Ora sta a noi scegliere cosa fare di questo patrimonio, se buttarlo alle ortiche, in un mondo che indica come unico modello di sviluppo quello del consumo compulsivo e del profitto, o se farne uno strumento di crescita e di arricchimento per tutti.” (Fotografia P. Giancotti diritti riservati (C.))