
Una febbre collettiva, giornalisti, centinaia di fotografi, telecamere, microfoni: arriva Kevin. La sede della Regione Calabria, dodici piani di astronave di vetro circondati da ulivi, colline a perdifiato, una striscia di blu all’orizzonte, trema nelle sue fondamenta. O sono le mie gambe? Forse solo quando presi per sbaglio il taxi con Fellini mi sono sentita così. Ma ero piccola. Tutta questa emozione mi sorprende. Forse perchè è l’uomo buono che in “Balla coi lupi” sceglie di seguire la via dei nativi, la bellezza, la vita in natura, lasciando dietro di sé “gli americani”, volgari, egoisti, ingordi, violenti, che oggi saprebbero chi votare. L’uomo di origini inglesi, scozzesi, irlandesi, tedesche, ma anche cherokee, che alla sua prima regia riporta al centro il punto di vista degli indiani, ci fa entrare nelle loro capanne e nelle loro vite, quel riservato tenente John Dunbar che resta folgorato dalla bellezza selvaggia di guerrieri come “Vento nei capelli”, dalla saggezza di anziani come “Dieci orsi”, riuscendo anche a stabilire un rapporto di solidarietà mistica con la natura e con il mondo animale. Un film che quando, nel mio corso di antropologia arriviamo a “Morgan e il problema indiano”, fa parte dei testi da studiare. Lui, che ha fatto innamorare milioni di donne, e uomini, per quel modo di amare, proteggendo con devozione, in “Guardia del corpo”, uno degli Intoccabili, un essere nuovo del Waterworld, un Robin Hood e ora un uomo che vola verso nuovi orizzonti. È qui! Ospite del Magna Graecia Film Festival, dove a Catanzaro Lido, presenterà il primo film della saga Horizon. Pochi minuti prima della conferenza stampa, una mano (quella di Eugenia) mi afferra e, di botto, mi trovo in una piccola stanza e quegli occhi guardano i miei (perché Kevin Costner guarda negli occhi, davvero). Gli ho portato un regalo, che consegno a nome del Magna Graecia Film Festival MGFF. Qualcosa di piccolo e prezioso, che interessa i sensi e commuove noi calabri delle Serre quando, poco dopo il tramonto, torniamo dal mare sulle colline, e il bosco, le montagne, gli ulivi ci accolgono prodighi di frescura, tanto attesa anche da cespugli, arbusti e foglie che per la gioia a quell’ora profumano di più. Sono andata personalmente a tagliare il finocchietto più fragrante, l’origano più odoroso, il rosmarino più balsamico, l’alloro più profumato, ho aggiunto peperoncini fiammanti, rametti di liquirizia, una microbrocca di Squillace, un barattolino di miele e l’olio di bergamotto, la più spirituale delle essenze. Il tutto è stato raccolto in un piccolo crivo di Montepaone, particolare cesto di giunchi che è opera dell’ingegno contadino, che rappresenta il sole e l’abilità artigiana. Non so perché ho pensato che questo navigato attore californiano potesse comprendere e apprezzare un dono così territoriale e intimo, ma Kevin Costner, partecipe e persino emozionato, lo ha trovato poetico, mi ha detto quanto questi profumi gli ricordassero le praterie di Horizon, il profumo della libertà. “Hai già visto il film?” No, lo vedrò al Festival. E chi se lo perde il film di una persona che, come scriveva John Dunbar nel suo diario, pensa che di tutte le strade della vita, la più importante sia quella che conduce all’essere umano. La conferenza stampa travolge, lo tsunami si placa, l’astronave Regione resta sola nel paesaggio western che la circonda, vado pure a fare la spesa al supermercato di sempre per far finta che sia tutto normale, ma vago frastornata tra gli scaffali, e mi placo solo al pensiero che stanotte, i meglio profumi di Calabria, quelli rubati sulle colline dove talvolta balliamo coi nostri lupi, gli faranno compagnia.
Grazie al Magna Graecia Film Festival a Gianvito Casadonte, che ha portato il Cinema dove non c’era, a Silvia Bizio (autrice della fotografia) per aver portato qui Kevin e tutti gli altri grandi attori americani e non solo. Grazie ad ARSAC Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura per il miele, ad Amarelli per la liquirizia, al Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria per l’essenza, a Ideart bottega artigiana di Squillace per le piccole brocche. Grazie a Maresa, grazie a Rosa che, a 92 anni, ha assemblato con collaudata abilità mazzetti e mazzetti, che, visto l’apprezzamento, verranno regalati in altrettanti crivi, anche ad altri ospiti del Festival.
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1679Magna Graecia Film Festival MGFF, Sharon Lomanno e altri 1679