
Trecento popoli che parlano oltre duecento lingue: per la prima volta nella storia post coloniale gli abitanti nativi del Brasile, hanno una persona che li rappresenta al governo. L’attivista Sonia Guajajara è la prima Ministra dei Popoli Indigeni del Brasile. Un ministero istituito dal Presidente Lula per garantire il diritto alla salute, all’educazione, alla sopravvivena degna dei popoli originari. Non sarà facile risolvere problemi che hanno più di cinqiecento anni e riguardano la gestione di un territorio poco abitatao e ricchissimo di risorse, preda di cercatori d’oro, industriali del legno, agro-businnes, mega-allevatori, industrie minerarie. Ma si apre una nuova era che vede le donne native in primo piano: anche la presidenza della FUNAI arriva per la prima volta nelle mani di una leader indigena, Joênia Wapichana, mentre Shirley Dyukrna Krenak sostiene popolazioni in difficoltà e gira il mondo per far conoscere la storia del suo popolo. Si sono consolidate in movimento a partire dalla Prima Marcia delle Donne Indigene a Brasilia nell’agosto del 2019. Le pioniere sono donne come Tuyra Kayapo che, nel 1989, vidi appoggiare il machete sulla guancia tremante del presidente dell’eletronotre che veniva ad annunciare l’installazione della megadiga che avrebbe cambiato i connotati a una regione grande come il nord Italia, insieme al corso delle vite di chi ci abitava.

Un gesto che rallentò i lavori di venticinque anni, ma che non fece desistere dall’impresa. Non sarà certo facile tener testa a tutto questo, ma il vento è cambiato da quando Bolsonaro prometteva di portare a compimento lo sterminio dei nativi iniziato dai colonizzatori. Siamo qui ad accogliere questa donna Ministra dei Popoli Indigeni, che all’Ambasciata del Brasile in Piazza Navona, tra gli stucchi dorati della Sala Paletrina, sotto l’affresco di Pietro da Cortona Cortona su Enea e la fondazione di Roma, indosserà le sue piume iridescenti parlandoci di altre civiltà.
E chi se lo perde?
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