Laroyé Exú! Con permesso, Signore dei crocicchi
Secondo persone ben informate, dal gesto desueto del chiedere permesso, dipenderebbe la riuscita dell’impresa. È lui l’apri-cammino, il guardiano degli inizi a cui rivolgersi con deferenza, secondo la religione afro-brasiliana di Bahia si chiama Exú, è il messaggero degli orixás, lo spirito dell’eccesso e della sregolatezza, uomo della strada, il suo giorno è il lunedì, i suoi colori il rosso e nero. Nella fotografia lo vediamo manifestarsi in un groviglio di figurette in ferro nel mercato di São Joaquim: tutto è complicato, tutto è possibile. A lui, con il saluto di rito in lingua Yoruba, ho chiesto il permesso per entrare nelle sette porte di Bahia. A lui ci si rivolge sempre prima iniziare qualcosa di importante. Lo sapeva bene Jorge Amado, lo scrittore baiano che faceva stampare la sua silhouette nella prima pagina bianca di ogni suo romanzo. E lo sa bene chi offre a lui il primo sorso di cachaça, o di cerveja versandolo agli incroci dove tutto è possibile, direttamente nella sua bocca-strada, spalancata. Chiedere permesso è cosa universale dell’iniziare, dell’entrare, della soglia. Dal latino initium, inire, entrare in, l’atto di cominciare. Chiediamo il permesso anche all’antico oracolo cinese Li Ching dove si legge “la persona nobile sa come iniziare un’impresa”. Ed è proprio un’impresa, questa del mettere ordine nell’archivio di una vita, incontri, viaggi, immagini, racconti che diventano flusso vitale nel quale, ora, con il permesso di Exú, posso invitarvi a navigare.