Chi ci aveva mai pensato all’insegnamento?
Siamo eterni apprendisti. E invece ho iniziato, dopo la laurea, con seminari e corsi, a Roma, Torino, Milano, Salerno, con il racconto di ricerche sul campo esotiche o domestiche. Ho ideato seminari e corsi che vanno dal tarantismo a Pina Bausch, dalle sacerdotesse di Bahia alle bagnarote togli-malocchio, esperte rituali di Calabria, dall’iniziazione sciamanica ai riti di passaggio in tempo di pandemia, dal maschile al femminile secondo Margaret Mead e secondo il Signor Presidente del Consiglio G. M. Lontano e vicino, dentro e fuori dal nostro cerchio magico. Fino al cambio di prospettiva da Sud, prima con pendolarismo in autobus notturno da Roma, poi con cattedra di antropologia a tempo indeterminato all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. In questa foto dei primi tempi, riconosco allievi che hanno fatto un cammino, chi lontano dalle Sirene dello Stretto insegna tra le montagne del Piemonte, chi a Lodi, chi a Milano, chi inanella mostre tra un Castello e un segnalibro, chi forgia opere con vita propria, chi oltre i sessanta reinventa la propria vita nell’amore per l’arte, chi all’esame portò il nonno che suona l’organetto, chi riti battesimali tra la Sicilia e Bahia, chi i segreti del sogno da Castaneda agli indios Xavantes, le tagliatrici di trombe marine, i canti della tonnara che fecero innamorare Lomax, la vertigine della bambina volante sulla Varia di Palmi, i fuochi di San Giovanni al qua e al di là dello Stretto, chi lo Stretto lo attraversava ogni mattina con il bambino di pochi mesi, buonissimo in aula, poi centinaia di esami e ricerche da farne una collana editoriale. Il piacere di orientare, incuriosire, conquistare alla causa della materia ignota, l’antropologia, anche chi alla prima lezione disse “Prof. non ho capito un’acca e questa materia non mi interessa”, per poi sbalordire la commissione con una ricerca da trenta e lode sui riti di passaggio, che diventa musica e viaggio in moto. Tutti fiori del mio giardino. Che raggiungo viaggiando in littorina su monorotaia vista mare, con gratitudine per chi, quando non avrei mai pensato di trasferirmi a Sud, mi intuì dietro quella cattedra dalla quale si vede la Sicilia, e per tutti gli studenti che ogni giorno insegnano qualcosa a professori e apprendisti.